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Roma locuta

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Di ClaudioLXXXI

19 giugno 2013

deliberoarbitrio.wordpress.com

Molti si sono chiesti cosa volesse precisamente dire il Papa con quell’accenno alla “abrogazione delle leggi” mentre riceveva alcuni parlamentari francesi. Si riferiva alla legge Taubira? Stava raccomandando ai suoi ospiti di darsi da fare per cancellare quella follia normativa e ripristinare l’eterosessualità del matrimonio? Da quanto riporta Tempi, è quel che hanno pensato quasi tutti i giornali francesi (non ho controllato, non so il francese), chissà che vesti stracciate in difesa della laicitè.

Anche a me sembra l’interpretazione più probabile, ma potrebbe anche essere il contrario, e non mi sembra chissà quale dilemma amletico: in fondo, che Francesco si riferisse a quella legge in particolare o alle leggi cattive in generale, cambia poco nel contesto.

Contro l’ipotesi “interventista” però si schiera Luigi Accattoli sul Corriere, che con il suo articolo “Un Papa nuovo. Non grida contro le leggi” dell’episodio dà una lettura opposta, cioè che “Francesco non grida contro le leggi che violano i valori non negoziabili: è una tra le novità del suo modo di fare il Papa. Condivide la necessità della protesta ma lascia quel compito ai vescovi dei singoli paesi che conoscono lo specifico delle leggi da sottoporre a critica”.

Anche se il Papa qui parlava a dei laici e non a dei vescovi, Accattoli basa questa sua teoria su un episodio precedente e cioè quando

il Papa incontrando, i vescovi italiani il 23 maggio, disse parlando a braccio ad apertura dell’incontro: “Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche è cosa vostra” [...] Francesco con quelle parole ha detto che non solo la Segreteria di Stato ma neanche il Papa d’ora in poi svolgerà interventi riguardanti la nostra vita pubblica, interventi che sono “cosa vostra”.

Ora, sappiamo bene che ci sono due giochini che vanno molto in voga in certi ambienti: il primo è parlare bene del papa nuovo per parlare male di quello vecchio; il secondo è elogiare il papa attribuendogli sentimenti e propositi “innovativi” che però, a ben vedere, rispecchiano più i desideri dell’elogiante che le reali affermazioni dell’elogiato.

La mia memoria non è perfetta, ma non mi pare di aver mai sentito Benedetto XVI, che pure non ha mai avuto paura a toccare argomenti politicamente scorretti, criticare direttamente la singola legge X del paese Y. Questo vuol forse dire che si rifiutava di intervenire nella vita pubblica? Ovviamente no, al contrario, parlava in generale contro tutte le leggi ingiuste, contrarie alla vita e alla famiglia, di tutti i paesi.

Quest’episodio mediatico di Bergoglio mi ha ricordato un altro episodio che toccò invece a Ratzinger e che mi pare simile. Lo voglio qui ricordare perché, proprio mentre sono simili gli episodi, il trattamento riservato ai due papi è diverso.

Era il giugno del 2005, anche Benedetto XVI era stato eletto da pochi mesi. Si era alla vigilia del referendum sulla legge 40, dove la Chiesa italiana si giocava una posta altissima, in una situazione di tensione pubblica paragonabile e anche superiore a quella francese odierna. Eppure, per tutta la durata della campagna refendaria, il Papa non intervenne direttamente nel rovente dibattito nazionale, non esortò mai i cittadini italiani a non votare nel referendum. Questo semmai lo facevano i vescovi (coi tempi che corrono, è già tanto).

Ebbene, alla vigilia del referendum, i mass media parlarono d’ingerenza perché … il papa in un suo discorso aveva invitato ad “astenersi da ciò che è odioso a Dio”. Ovviamente, secondo i laicisti, l’uso del verbo astenersi era di per sé un assist subdolo e strumentale alla causa dell’astensione referendaria (cit. Repubblica “un messaggio subliminale ma nemmeno tanto”), che poteva slealmente influenzare milioni di votanti! È passato così tanto tempo che non vale neanche più la pena ironizzare su queste idiozie.

Capito come va il mondo? Il povero Ratzinger, per aver usato una certa parola all’interno di un discorso in generale, allora si beccò le contumelie delle migliori redazioni. Invece oggi a Bergoglio, che ha usato una certa parola all’interno di un discorso in generale, applausi: bisogna costruire l’immaginetta del papa “nuovo” e migliore. Il Papa che vogliono loro, insomma, quello che “non grida”, anzi non parla.

Resteranno ben delusi, spero.

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